C’era una volta, poco tempo fa, e c’è ancora, un sognatore, Re dei suoi desideri.
Era un omino pacifico con grandi pensieri, che vedeva lontano, oltre i confini del presente.
Viveva in una piccola città ventosa del Nord, sovrastata da un grande castello bianco, costruito a picco sul mare.
Non amava condividere i suoi pensieri, preferiva sfogliarli nella sua mente in solitudine, la mattina presto, seduto sul molo ai piedi del castello.
Li leggeva e rileggeva, scegliendo fra tutti i più luminosi, da trascrivere sul suo personale Libro dei Sogni.
Immaginava di poterne realizzare qualcuno un giorno, se non per se stesso almeno per il suo puro, innocente Principe.
Desiderava lasciargli qualcosa di prezioso, che raccontasse di lui e delle cose che amava, che sperava un giorno avrebbero ispirato anche il giovane Principe.
E così lavorava e lavorava con amore il nostro Re sognatore, accumulando montagne di monete d’oro, utili a far diventare reali i suoi sogni.
Mercanteggiava arte con infinita pazienza, comprando quadri da artisti vivaci per rivenderli a clienti danarosi ma bifolchi perlopiù.
Combatteva banditi e pirati assieme ai suoi fidi scudieri, che lo scortavano per terra e per mare alla ricerca dei tesori dipinti.
Era un ottimista il nostro Re sognatore, e per questo continuava a stupirsi di quanto la ricchezza dei suoi clienti li lasciasse ignoranti davanti alla bellezza delle opere ch’egli gli vendeva.
Contemporaneamente si rallegrava di quante anime più sensibili, ma con tasche meno gonfie, si emozionassero davanti alla grazia dell’arte che però non potevano comprare da lui.
Col tempo il nostro Re sognatore aveva iniziato a trovare dell’ingiustizia nel fatto di non poter vendere i suoi meravigliosi quadri a chiunque fosse in grado di apprezzarli.
D’altro canto le tele costavano molto anche a lui che le acquistava direttamente dai pittori, e quindi non poteva fare altrimenti che rivenderle a costi esosi.
Ma non si rassegnava e cercava di immaginare un modo per rendere la gioia data dall’arte meno elitaria, senza riuscire a trovarlo.
Un giorno, mentre se ne stava placido seduto sul molo, sentì soffiargli sul viso un vento diverso dalla solita brezza mattutina, più aspro e definito.
Si chiese che vento fosse, ma non fece in tempo a terminare il suo pensiero che un secondo spiro gli rubò la matita di mano, gettandola in acqua.
“Sono la Bora, ovviamente” sentì dire ridendo il sognatore sbigottito, che si guardò intorno ma non vide nessuno.
“Sei un sognatore, perciò è normale che tu possa sentirmi, non ti sorprendere” intervenne nuovamente la voce femminile.
“Ti seguo da molto tempo. Mi piace guardare i tuoi quadri; sono un’artista anch’io, scolpisco la roccia. Spesso mi fermo ad ammirare le tele che commerci anche quando hai terminato la vendita e te ne sei andato. Forse non lo sai, ma molti dei clienti a cui lasci le tue opere non le sanno vedere davvero; le guardano, ma non le vedono. Appendono i quadri alle pareti, ma poi se ne dimenticano. Spesso sono gli ospiti che passano nelle loro case, che non possono permettersele, che sanno vederle e apprezzale veramente. Non credo che questo sia giusto, ma penso che tu sia un uomo corretto e quindi voglio darti un’idea per rendere il lavoro che ami più etico e simile a te. A Est, da dove vengo io, vive un mago. Lo chiamano l’Incantatore di muri, perché è capace di farli innamorare: con i suoi colori magici può fondere ogni immagine tu voglia in qualunque muro, anche quelle dipinte che commerci tu, per tutte le volte che vuoi. Va’ da lui e chiedigli di usare la sua magia con i quadri dei tuoi artisti più meritevoli, così chiunque possiede un muro potrà avere un po’ d’arte per sempre. Fa’ come ti dico e non tardare perché la bellezza non può attendere, e neanche io. Ora devo soffiare altrove. Buona Fortuna”.
Il nostro Re sognatore ci mise un po’ per riprendersi dall’ascolto di quelle parole, ma non appena si accorse di essere rimasto solo si destò con coraggio, si sporse verso l’acqua per afferrare la matita che ondeggiava sulla superficie, appuntò l’idea che la Bora gli aveva regalato sul suo Libro dei Sogni, e partì per un lungo viaggio alla volta dell’ignoto Est.
Passò un anno, ricco di imprevisti, improvvisazioni e nuove alleanze; il nostro sognatore trovò l’Incantatore di muri e ne divenne amico. Insieme realizzarono la magia di quello che oggi si chiama ARTEMURO®, venduto a chiunque abbia un muro in tutti i regni del mondo, dal Principe erede di un Sogno divenuto realtà.
Alcune favole diventano vere se si ha buon vento. ”
Questo è il caso del brand ARTEMURO®, nato dal desiderio di portare l’Arte, attraverso la tecnica dell’affresco digitale, ovunque, poiché l’Arte – secondo noi – essendo il volto estetico della cultura – dovrebbe essere vivibile da tutti.
ARTEMURO® infatti riproduce design visivo d’eccellenza, che emoziona con la stessa intensità di un’opera d’arte originale, pur proponendosi sul mercato con il costo di una qualsiasi stampa d’arte.
Inoltre ARTEMURO® retribuisce, e promuove gratuitamente, tutti i suoi Artisti in modo paritario, senza fare differenza fra autori quotati, premiati o emergenti; in questo particolare momento di crisi economica e morale globalizzata, in cui gli Artisti vengono brutalmente “messi al muro”, il nostro brand sceglie di “mettere l’Arte nel muro”.
Sperando di poter far innamorare anche i vostri muri,
il team di ARTEMURO®